Sembrerebbe scontato ma gli effetti della pandemia incominciano a colpire duramente. Il rincaro dei prezzi delle materie prime crea uno scenario sempre più intollerabile per le industrie manifatturiere. Gli aumenti riguardano, l’acciaio in primis, i metalli non ferrosi (l’alluminio, il rame con valori record che non si vedevano da 10 anni) e il palladio. Ma vengono coinvolti anche i materiali isolanti e la plastica.
L’assestamento delle quotazioni che ha trovato spazio tra marzo e aprile ha ceduto nuovamente ad un rapido rialzo. Nonostante il propagarsi della variante indiana la domanda delle materie prime sta ritornando a livelli pre-Covid sia per l’Europa che Cina e Stati Uniti.
Grazie ai piani di stimolo che coinvolgeranno grandi investimenti incentrati su decarbonizzazione e sviluppo di infrastrutture si prevede un boom di consumi. La Finco difatti si è manifestata preoccupata affermando di essere difronte non solo a forti variazioni di prezzo ma anche a un insufficienza dell’offerta.
Acciaio e alluminio sono aumentate rispettivamente del 40% e del 18% nel primo trimestre dell’anno. Secondo i dati del Centro Studi di Confindustria la risalita delle commodities, dopo un calo non distribuito equamente , ha intensità simile. La situazione attuale preoccupa molto il mondo della meccanica, difatti le commodities in questione difficilmente subiranno un significativo ribasso durante tutto il 2021, questo ciò che emerge dalle dichiarazioni dell’Ufficio Studi Anima di Confindustria.
Le industrie di conseguenza reagiranno con un ritocco al rialzo dei loro listini ( già +1,2 % da ottobre 2020 a febbraio 2021).
I settori più penalizzati resteranno quelli che utilizzano commodities con rincari più permanenti (es. Rame, Acciaio, Allumino).
Per dare una forte spinta economica al Paese sono stati stanziati 191 miliardi di euro per l’Italia, di cui 69 a fondo perduto. Per Finco (Federazione Industrie Prodotti Impianti Servizi ed Opere Specialistiche per le Costruzioni), è difficile programmare con certezza una politica dei prezzi e delle stime precise dalle imprese.
Inoltre, i fondi stanziati sono sicuramente una grande risorsa, ma se i tempi di consegna delle materie diventano troppo lunghi, rischiano di intaccare il programma di ripresa auspicato dal Piano di recupero.