Può capitare che durante il lavoro in un ambiente confinato uno dei lavoratori possa subire un malessere o un collasso improvviso.
Come ci si comporta in questi casi?
Non è semplice, chi lo rinviene deve tener conto che la sua stessa vita sia in pericolo qualora entrasse nell’ambiente per soccorrerlo.
Il d.lgs 81/2008 stabilisce una procedura per le gestioni dell’emergenze che riportiamo di seguito:
La gestione dell’emergenza prevede il controllo di tre fasi fondamentali:
2) Fase di recupero Le persone che eseguono il salvataggio devono indossare DPI adeguati al tipo di intervento; è fondamentale essere provvisti di respiratori indipendenti dall’aria circostante o autorespiratori d’emergenza. Nel caso risulti impossibile estrarre il lavoratore dall’ambiente confinato, è necessario fargli respirare aria pulita prelevata dall’esterno del locale. Va prestata particolare attenzione ai passi d’uomo verticali perché nelle fasi di salvataggio può risultare difficile “estrarre” una persona non collaborante; pertanto le modalità di imbragatura dovranno evitare il basculamento del corpo e garantire l’estrazione in posizione verticale dell’operatore infortunato.
3) Fase di trasporto Una volta estratto l’infortunato dall’ambiente confinato, si procede al suo trasporto con l’utilizzo dei mezzi di movimentazione opportuni. Nell’attesa dei soccorsi, in casi estremi di cessazione delle funzioni vitali, può essere necessario ricorrere alla rianimazione cardiorespiratoria da parte di persone addestrate con apposito corso di formazione sul Primo Soccorso, designate dal datore di lavoro ai sensi delle norme vigenti.
Fonte D.lgs 81/2008