Vi è in questi periodi un micidiale ingrediente che sta seriamente minando la ripresa.
Si tratta del caro materiali: molte imprese stanno valutando, soprattutto nell’ambito degli appalti pubblici, di sospendere i lavori.
Oltre alle materie prime, necessarie per realizzare interventi (non solo in campo edilizio), vi è anche l’insidia del caro carburanti; aspetto questo che ha toccato dei paradossi rispetto alle imprese di autotrasporto che per andare incontro alla transizione ecologica (e quindi ridurre anche l’inquinamento) hanno deciso di inserire (o sostituire) il loro parco automezzi con quelli alimentati con il GNL (metano liquido).
Ebbene a causa del conflitto bellico in atto e delle speculazioni ad esso collegate, il prezzo di questo carburante ecologico ha registrato aumenti anche del 400%. Il paradosso? Le aziende che hanno investito per ridurre l’inquinamento oggi sono costrette a lasciare fermi nei parcheggi questi automezzi di nuova generazione, poiché con le nuove tariffe viaggiano in perdita.
Certamente fa riflettere, a proposito del caro carburanti una dichiarazione del Ministro della Transizione Ecologica, l’Onorevole Cingolani, che ha nelle scorse settimane definito ‘Una colossale truffa’ l’aumento dei carburanti.
Accanto dunque alla tematica delle emergenze in atto (guerra ed i colpi di coda del Covid), vi è quella della speculazione in atto a livello globale.
Con alcuni interrogativi: in un mondo globale insomma, basta intervenire sulle materie prime per mettere in ginocchio il mondo? E’ ancora valido il concetto di globalizzazione dell’economia e delocalizzazione sin qui sperimentata? E’ giusto andare a tutti i costi verso le nuove versioni di auto elettriche che potrebbero portare a migliaia di posti di lavoro persi?
Certamente questo non è un periodo di tranquillità per chi deve prendere delle decisioni, siano esse imprese (ed imprenditori) che famiglie.
E’ però necessario tenere i nervi saldi
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