Un importante numero di gravi infortuni sul lavoro si verifica in ambienti confinati in cui sono presenti, o si formano accidentalmente, atmosfere pericolose: asfissianti, tossiche, infiammabili o esplosive.
Risulta inaccettabile vista la progressiva tendenza della normativa vigente e delle azioni volte alla formazione da parte degli enti/operatori accreditati.
La concentrazione di ossigeno presente in un campione di aria non alterata è pari circa al 20,9 % del volume di ossigeno/volume totale (v/v). Quando questa percentuale tocca al ribasso il 19,5 v/v l’aria viene considerata carente di ossigeno mentre quando la concentrazione cala ulteriormente arrivando al di sotto del 16 5 si arriva in una situazione molto pericolosa per gli esseri umani.
Le riduzioni di ossigeno avvengono per :
A situazione inversa il grado d’infiammabilità dei gas e dei materiali aumenta. Infatti, se il livello di ossigeno viene arricchito e supera il 24% gli articoli come ad esempio i capi di vestiario possono subire una combustione spontanea.
Per quanto riguarda le sostanze asfissianti qui troverete un elenco esemplificativo:
La presenza di sostanze asfissianti in ambienti confinati porterebbero ad un rischio molto elevato per l’operatore .
Per riconoscere spazi confina sospetti d’inquinamento ancor prima della valutazione, che è sempre obbligatoria, riportiamo alcuni casi:
Ricordiamo che è sempre necessario verificare che l’aria sia libera da agenti chimici asfissianti, tossici ed infiammabili e che sia adatta alla respirazione.
Il riferimento normativo è costitutito principalmente dal D.Lgs 81/08, in particolar modo il Titolo II descrive gli aspetti più specifici per i luoghi di lavoro sospetti d’inquinamento. Anzitutto al’art. 66 viene stabilito il divietto d’accesso in ambienti sospetti d’inquinamento prima di aver accertato l’assenza di pericolo. Lo stesso articolo fornisce anche alcune uindicazioni riguardo le misure di sicurezza da adottre in caso in caso di sdubbio sulla qualità dell’atmosfera, indicazioni maggiori vengono espresse nell’allegato IV al copo 3 ” vasche,canalizzazioni,tubazioni, serbatoi,recipienti,silos.
Potrebbe capitare che, nonostante la valutazione dei rischi di un ambiente confinato fatta correttamente e dpi in ottimo stato, l’operatore possa subire un caso di asfissia.
Ricordiamo che è fondamentale adoperarsi secondo la formazione specific per gli ambienti in spazi confinati e le direttive ricevute ed espletate nei documenti adibiti all’uso come materiale informativo per tutte le figure coinvolte.
I sintomi dell’asfissia sono distinguibili innanzitutto dalla difficoltà respiratoria della persona colpita che non sempre si accompagna a perdita di conoscenza. Quando vi è un ostruzione respiratoria di tipo meccanico il colore della cute e soprattutto delle labbra cambia in violaceo. Se la causa dovesse essere per ossido di carbonio allora come sintomo evidente sara il cambiamnto della cute in colore rosso ciliegia. Quando invece l’operatore sarà privo di conoscenza e in arresto respiratorio qualora il colorito della pelle sarà bianco livido molto probabilmente è sopraggiunto in arresto cardiaco.
E’ un settore particolare in cui è necessaria la competenza per sapersi muovere e ci sono situazioni in cui non è immediata la percezione del pericolo .
Il corso attua quanto previsto dal D.P.R. 177/11 che individua i criteri per la qualificazione delle aziende e dei lavoratori autonomi operanti in ambienti sospetti di inquinamento o confinati, a norma dell’articolo 6, comma 8, lettera g), del D. Lgs. 81/08 e s.m.i.
Valeria Leone,2013 ,Asissia ,come intervenire?, Humanitasalute https://www.humanitasalute.it/prevenzione-e-stili-di-vita/65673-come-intervenire-in-caso-di-asfissia/ .
INAIL,2018-2022, https://www.inail.it/cs/internet/risultati_ricerca.html?refSect=comunicazione